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Sulle vie di Borges

Locandina Babele low
Festival di Todi, Teatro Comunale, 28 agosto 2018
Con Massimo Popolizio e musica dal vivo di Javier Girotto
Adattamento e regia di Teresa Pedroni. Light designer Luigi Ascione. Aiuto regia Elena Stabile. Assistente alla regia Pamela Parafioriti.

Reading-concerto da Finzioni, l’Aleph e Il Libro di sabbia di Jorge Luis Borges

Massimo Popolizio  e  Javier Girotto  interpretano  i  racconti metafisici di un gigante della letteratura latino-americana. “Sulle vie di Borges” , a cura di Teresa Pedroni è un breve viaggio con Massimo Popolizio accompagnato dal tango rivisitato di Javier Girotto tra alcuni tra i più rappresentativi racconti di Borges. Una riscrittura, attraverso la voce e la musica eseguita  da due interpreti straordinari tratta dalle  pagine del libro infinito di un grande mago del fantastico come Borges. Il rapporto tra l’interpretazione attoriale e la lettura musicale per la composizione di una partitura che esprima al suo meglio le possibilità e i sottotesti nascosti nell’opera letteraria. La letteratura come spettacolo. Abbiamo immaginato come cornice dell’operazione  di seguire  l’autore in uno dei  suoi racconti più emblematici, il vertiginoso  ” La biblioteca di Babele”,percorrendo  quello spazio letterario sospeso e indefinito Massimo Popolizio nel panni del   Viaggiatore  darà voce  ad alcun racconti, fermandosi vicino ad  uno degli scaffali della biblioteca universale , prenderà  un volume   a caso e  ne leggerà  un  racconto, una sorta di iter magico che lo condurrà all’ultimo dei racconto” Il 25 agosto” dove Borges  narra di  un appuntamento  importante,  l’incontro  con  il suo doppio. Con Borges attraversiamo la misteriosa e infinita terra  del “sonno dell’uomo che sogna”,  colti dalla netta sensazione  che la creazione attraverso il sogno sia un processo potenzialmente infinito dove  l’esistenza stessa viene messa in dubbio . L’autore ci rivela un mondo magico dai contorni indefiniti, costringendo l’ascoltatore  a porsi delle domande che non possono trovare risposta, almeno non in questo mondo e in questo tempo che ci è riservato di conoscere.

La scrittura borghesiana è poesia allo stato puro,  suscita incanto , stupore  è un   moltiplicarsi di espressioni, un indefinito fluire del tempo e  della memoria che si sperde in meandri labirintici, regno di specchi e  falsi piani,una prosa musicale, un avvicendarsi di ritmi dall’adagio al prestissimo adattissima a essere recitata  e reinterpretata,  dalla  musica.