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Gli ultimi tre giorni di Fernando Pessoa

locandina ultimi tre giorni
2013 Teatro Vascello Roma. In diretta su Radio3. 2014 Palazzo Braschi di Roma.
di Antonio Tabucchi. Con Massimo Popolizio e Gianluigi Fogacci. Musica dal vivo Isabella Mangano (voce) e Felice Zaccheo (chitarra portoghese)
cura registica di Teresa Pedroni. Aiuto regia Simone Faucci ed Elena Stabile

Reading con musica dal vivo 

di Antonio Tabucchi

con Massimo Popolizio e Gianluigi Fogacci

adattamento teatrale e cure registiche di Teresa Pedroni

musica dal vivo Isabella Mangani (voce), Felice Zaccheo (chitarra portoghese e chitarra classica)

Allestimento luci: Luigi Ascione

Aiuto regista Simone Faucci – Assistente alla regia Elena Stabile

 

Lo spettacolo nasce come omaggio al grande scrittore Antonio Tabucchi da poco scomparso. La scelta della messa in scena di questo racconto ci è sembrato un modo per dialogare ancora con lui e continuare a narrare in teatro il suo magico e irripetibile narrare. In questo racconto Tabucchi, con tenerezza e passione, descrive la morte di uno dei più grandi scrittori del Novecento della cui opera lui stesso si è occupato lungamente, traducendola e diffondendola nel mondo.

Il testo ripercorre gli ultimi tre giorni di agonia di Fernando Pessoa. Nel novembre 1935 Fernando António Nogueira Pessoa si trova nel suo letto di morte all’ospedale di São Luís dos Fanceses e come in un delirio, il grande poeta portoghese riceve i suoi eteronomi, i suoi personaggi letterari (Álvaro de Campos, Alberto Caeiro, Ricardo Reis, Bernando Soares, António Mora), parla con loro, elabora conflitti ancora aperti, detta le sue ultime volontà, dialoga con i fantasmi da lui stesso creati che l’hanno accompagnato per tutta la sua vita. Sarà l’attore Massimo Popolizio, nei panni dello stesso Pessoa, ad incontrare i vari eteronomi – interpretati da Gianluigi Fogacci – e in questi appuntamenti come per magia tornerà a tratti anche ad incarnarli, a ripetere le loro parole, i loro gesti, in un’atmosfera sospesa e inquietante, in un’atmosfera sospesa e inquietante, evocata dalle immagini di Alessandro Chiti che come nei sogni tornano quasi a prendere possesso della sua anima. Si assiste così alle varie trasformazioni di Pessoa come ad un rituale di congedo definitivo dai suoi personaggi e quindi anche dalla vita. Lo accompagnano in questo percorso struggente la voce della giovane cantante di Fado Isabella Mangani e la chitarra portoghese di Felice Zaccheo.

Un addio alla letteratura e alla vita che negli artisti somiglia in maniera impressionante alla vita vera… forse è la vita vera.